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SIMONA FERRERO, La libertà economica e la ricchezza hanno portato alla disumanizzazione? Le apocalissi moderne che non esistono (se guardiamo ai numeri)
Spesso il mondo contemporaneo, guidato da maggiore libertà economica e indubbiamente da maggiore ricchezza, viene accusato di aver perso i “valori”. Fermo restando che il concetto stesso di “valore” è soggettivo e non applicabile a una pluralità di persone, tanto meno a periodi storici differenti, una questione che sorge spontanea è come l’individuo si sente all’interno della società in cui vive.
È proprio vero che tutto questo materialismo porta l’uomo sull’orlo dell’isolamento e dell’egoismo?
Certamente si tratta di una problematica particolarmente complessa, che può variare da individuo a individuo, da periodo e periodo. Tuttavia, possiamo esemplificare la situazione utilizzando qualche semplice dato relativo a un campione di 30 paesi dell’OECD più Russia e Brasile:
- PIL pro capite: misura del prodotto interno lordo per cittadino. Il dato riferisce al 2018 con dollari del 2010 (FONTE: https://www.global-solutions-initiative.org );
- Community score: compreso tra 0 e 100, misura la percezione del supporto sociale e della stabilità dei rapporti umani, partecipa alla determinazione del better life index dell’OECD. Il dato qui in esame è relativo all’anno 2019 (FONTE: http://www.oecdbetterlifeindex.org);
- Social Solidarity index: compreso tra 0 e 1, misura la solidarietà umana in termini di volontariato, beneficienza, fiducia, supporto sociale. Il dato qui in esame è relativo al 2018 (FONTE: https://www.global-solutions-initiative.org);
- Economic Freedom Index: compreso tra 0 e 100, misura la libertà economica. Il dato qui in esame è relativo al 2019 (FONTE: https://www.heritage.org ).
Per chiarire, l’obiettivo ultimo di questa analisi non è la dimostrazione di un qualche effetto causale tra la libertà economica, il pil e l’indice di solidarietà sociale o il punteggio di senso della comunità, ma la verifica o la smentita dell’affermazione secondo cui la libertà economica e la ricchezza portano a questa sorta di rovina umana.
Il “Social Solidarity index” e il “Community Score” inoltre, sono rilevazioni relativi a stati d’animo e sensazioni personali e soggettive, per cui è comunque sempre bene tenere a mente questo fattore che potrebbe interferire con l’interpretazione dell’analisi.
Poniamo quindi sull’asse orizzontale l’Economic Freedom Index e come terza variabile il PIL pro capite (sfumatura di colori da blu a giallo).
Nella Figura 1 possiamo osservare una correlazione positiva tra l’Economic Freedom Index, il Community Score e il PIL pro capite, evidenza che smentisce, pur non affermando necessariamente il contrario, l’idea che più libertà economica porta a una rovina dei rapporti umani (in tal caso la correlazione avrebbe dovuto essere positiva).
Nella Figura 2 possiamo osservare una correlazione positiva (quasi perfetta) tra l’Economic Freedom Index, il Social Solidarity Index e il PIL pro capite, evidenza che smentisce, pur non affermando il contrario, l’idea negativa di egoismo del “capitalismo” e l’indifferenza verso il prossimo (ancora una volta avremmo dovuto osservare almeno una correlazione positiva).
In conclusione, ancora una volta il “capitalismo” (termine oltretutto mai ben chiarito a chi così definisce, nella mia interpretazione, l’economia di mercato) non ha fatto danno o, anche qualora ne avesse fatto, questo sarebbe minore rispetto alle accuse ignoranti o in cattiva fede che vengono mosse nei suoi confronti.