di Roberto Finelli > 1. Semanticità ed asemanticità del…
Intervista a Gianluca Miligi
Prologo del libro, vi accennava prima, è la disputa avutasi tra Claudio Magris ed Emanuele Severino sul «Corriere della sera». Aprés coup, possiamo dire che la laicità sia una prassi (Magris ne parla come di un atteggiamento, una forma mentis) o piuttosto una teoria (sulla linea di Severino, per il quale “laicità significa filosofia”)?
“Si può rispondere approssimativamente in questo modo: è un principio che, indagando il mondo delle doxai, delle opinioni, e la sua struttura relazionale di elementi parziali, limitati, determinati, guida una prassi che si traduce in termini giuridico-costituzionali. Quindi non è né una prassi, né una teoria poiché sia l’una che l’altra si costituiscono e svolgono nell’ambito delle opinioni, sono “opinione”, ossia ciò che per sua natura è negabile e quindi, in ultima analisi, controvertibile. Per essere ancora più precisi, la laicità può allora essere considerata uno status riconosciuto in termini di diritto, ma anche etici, a partire da una rigorosa concezione antimetafisica della doxa.”
Lei distingue tra laicità e laicismo e anzi colloca il laicismo “tra laicità e filosofia”. Cosa vuol dire?
“Veniamo con questa domanda un po’ al cuore del mio contributo per il libro Laicità e filosofia: potrei dire con una formula che il laicismo è il senso filosofico della laicità. Ciò che ha spinto me e l’amico co-curatore Giovanni Perazzoli a collezionare i vari contributi sotto questo titolo è vedere da vari punti di vista se vi sia, e eventualmente di che tipo, un rapporto tra di esse. Se la laicità fosse radicalmente separata dalla filosofia, la laicità stessa risulterebbe un’opinione o valore, come altri potrebbero dire, da affermare e sostenere o da negare e contrastare: dipenderebbe quindi da una questione di sensibilità o di “visione del mondo”, senza che in un senso o nell’altro vi siano argomenti forti al fondo delle due tesi. Allora, se la laicità non è solo uno status ma esibisce uno statuto filosofico, bisogna andare a vedere come possa essere in qualche modo “dedotta”: questa è la strada che ho intrapreso. E che non giunge però alla conclusione che la laicità sia un concetto di natura esclusivamente giuridica e nemmeno che laicità e filosofia siano la medesima cosa o che quella sia solo un altro “nome” della filosofia. Il laicismo, come ho scritto, ha una natura bidimensionale: è precisamente quella critica di matrice filosofica alla metafisica che mi pare consenta di individuare la “necessità” della laicità, che si esplica poi su vari piani del mondo doxastico: giuridico, politico, etico.
In questo senso la filosofia non si riduce totalmente al laicismo e questo non è una delle molteplici doxai, cosa che invece è la laicità se “lasciata a sé stessa”. Ho perciò parlato del laicismo come di un paradosso, ossia di una doxa-limite che afferma la relatività e controvertibilità di tutte le opinioni, compresa sé stessa. In quanto tale essa ricomprende allora l’immediata obiezione che le si può rivolgere contro – “Anche questa tesi è relativa e controvertibile” – poiché il paradosso dice anche questo. A maggior ragione, poi, confuta, evidentemente, la tesi stessa dell’esistenza di un assoluto in ambito doxastico: ed è a partire da qui che si apre la dimensione della filosofia vera e propria.”
Gianluca Miligi, responsabile editoriale della rivista online Filosofia.it, ha studiato Filosofia e Filosofia del diritto a Roma. Ha scritto articoli e saggi filosofici per varie riviste, tra cui La Cultura e Novecento. Dal 1999 lavora come programmista regista a Rai Educational, dove ha curato il documentario “Televisione e Internet: ne parlano i filosofi” e cicli di interviste-lezioni per il progetto “Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche”.
Curatori: Gianluca Miligi e Giovanni Perazzoli
Titolo: Laicità e filosofia
Editore: Mimesis
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 175