Perazzoli È un fatto che bisogna fare i conti con…
La garanzia del reddito. Un tema della filosofia politica non nuovo, e nuovissimo.
di Ugo Colombino >
Reddito minimo garantito, Basic Income ecc. ecc. Confusione e disinformazione. Nonostante i molti tentativi fatti per chiarire la questione (ad esempio un recente buon articolo di Luca Ricolfi sul Sole 24ore) la confusione regna sovrana. Il M5S ha proposto un Reddito di Cittadinanza, ma poi si è capito che stava proponendo – forse a sua insaputa – un’altra cosa che si chiama Reddito Minimo Garantito (RMG). Così ad esempio se qualcuno si dichiara contrario alla proposta del M5S (proposta peraltro mai precisata circa il finanziamento) non si capisce se sia contrario al Reddito di Cittadinanza oppure al RMG o magari a tutti e due. Molte altre voci (sia a sinistra che a destra) hanno poi ingigantito il caos. Recentemente si è aggiunto lo specialista Berlusconi. Nel frattempo il Governo e diverse autorità locali hanno varato provvedimenti magari utili ma che non sono né Reddito di Cittadinanza né RMG.
Il Reddito di Cittadinanza è quel che nel mondo è chiamato UBI = Unconditional Basic Income. E’ una somma di danaro che il Governo versa a ciascun cittadino. Nella versione più generale è un versamento uguale per tutti e non sottoposto ad alcuna condizione. In questa forma esiste da molti anni in Alaska. E’ finanziato con i proventi dell’estrazione di petrolio e oscilla tra 1000 e 2500 dollari all’anno. Vari argomenti economici, filosofici ecc. possono motivare UBI. Ad esempio si può pensare che il buon funzionamento della società e dell’economia richieda cittadini dotati (oltre che di un minimo di protezione sanitaria e di istruzione) anche di una quantità minima di danaro, indipendentemente da chi sono e da che cosa possano o vogliano fare. E’ un argomento che si è affermato da tempo nelle società avanzate per quanto riguarda l’istruzione e la salute ed è radicato in un ampio spettro di visioni del mondo, da quella libertaria a quella socialista. Si può anche sostenere che ciascun cittadino ha diritto ad una quota dei proventi che si ottengono dalle risorse “comuni” – ad esempio il petrolio, lo spettro elettromagnetico ecc. E’ la motivazione che sta alla base di UBI in Alaska e si può far risalire a Thomas Paine. Infine, si può sostenere UBI come sostituto di tutte o alcune delle politiche tradizionali di welfare, perché più semplice e forse persino meno costoso: ma su quest’ultimo argomento tornerò più avanti.
Con il RMG invece viene fissata una soglia minima di reddito, ad esempio 700 euro mensili, e se il reddito del cittadino cade al di sotto di 700 il cittadino riceve un trasferimento che copre la differenza. Ad esempio, se questo mese il suo reddito è 500 euro, il cittadino riceve un trasferimento di 200 euro. Si tratta quindi di un trasferimento condizionato. Politiche di questo tipo sono attive in gran parte d’Europa. Sono più articolate e meno meccaniche della mia descrizione ma sostanzialmente la logica è quella. Possono essere limitate solo a una parte della popolazione. Possono essere accompagnate da altre condizioni, interventi si sostegno ecc. Nell’insieme, configurano di solito un intervento molto complesso.
Il Reddito di Cittadinanza è quel che nel mondo è chiamato UBI = Unconditional Basic Income. E’ una somma di danaro che il Governo versa a ciascun cittadino. Nella versione più generale è un versamento uguale per tutti e non sottoposto ad alcuna condizione. Il Reddito minimo garantito invece viene fissata una soglia minima di reddito, ad esempio 700 euro mensili, e se il reddito del cittadino cade al di sotto di 700 il cittadino riceve un trasferimento che copre la differenza. Ad esempio, se questo mese il suo reddito è 500 euro, il cittadino riceve un trasferimento di 200 euro. Si tratta quindi di un trasferimento condizionato
L’Italia è molto lontana da questi scenari. L’ultimo Governo e alcune Regioni ha attivato interventi, per ora molto selettivi, di contrasto a situazioni di povertà estrema. Uno dei sistemi più sofisticati e complicati è quello attivo in Finlandia. E guarda caso, in queste settimane, in Finlandia ha preso il via un esperimento nel quale un campione di cittadini riceverà per due anni un UBI invece di essere trattato con le normali politiche di RMG. Come mai in Finlandia si è deciso quest’esperimento? Molta stampa e molti commentatori hanno scritto cose pesantemente fuorvianti sull’esperimento finlandese. Ad esempio c’è chi ha scritto che la Finlandia sperimenta il RMG, e quindi non ce l’ha (!) e quindi non è vero che quasi tutti i paesi Europei ce l’hanno. Si è anche scritto che la Finlandia con questo esperimento sposa le proposte populiste (!). La realtà è l’esatto contrario. La Finlandia, con l’esperimento, ha deciso di esplorare un modo per ridurre i costi e le inefficienze del suo sistema di RMG. Non è affatto sicuro che ci riesca, ma di sicuro si tratta di motivazioni che nulla hanno a che fare con il populismo. Come mai UBI potrebbe essere più efficiente del RMG? I sistemi di RMG come ho detto sono di solito abbastanza complessi. Richiedono la verifica di varie condizioni. Il reddito del cittadino è davvero inferiore alla soglia minima? Il cittadino si è dato da fare per guadagnare di più? Ha seguito i corsi di riqualificazione per almeno un tot di ore? Eccetera. Tutto ciò implica notevoli costi burocratici. Errori e ricorsi da gestire. Costi per il cittadino che deve periodicamente documentare la sua condizione. Ma soprattutto implica la cosiddetta “trappola della povertà” o “trappola della dipendenza da welfare”. Supponiamo che io al momento sia senza lavoro e senza redditi e riceva quindi un trasferimento mensile di 700 euro al mese. Ad un certo punto si presenta l’occasione di un posto di lavoro full-time che mi pagherebbe 1000 euro al mese. Mi conviene? Non è detto, perché devo confrontare 1000 euro al mese e (diciamo) 40 ore di lavoro settimanali con 700 euro mensili e zero ore di lavoro settimanali. Ore di non lavoro che potrebbero per me essere utili o piacevoli in tanti modi. E magari potrebbero persino essere remunerative lavorando in nero (cosa magari poco diffusa in Finlandia ma molto probabile altrove). Certo, se il lavoro mi viene offerto tramite il sistema di RMG e lo rifiuto potrei subire qualche “punizione”. Ma anche questo richiede un apparato di controllo e verifica, con relativi costi. Tutta questa burocrazia, questi costi, questi incentivi perversi, con UBI scompaiono. Nessun controllo o verifica sono necessari. Basta l’anagrafe e un conto corrente del cittadino per versare UBI. Ma è giusto che anche i ricchi ricevano UBI? In realtà UBI rende il sistema di tassazione comunque progressivo: al di sopra di un certo livello di reddito, UBI viene indirettamente restituito attraverso la tassazione. Ma il costo diretto dei trasferimenti è più elevato con UBI che con il RMG? Sembrerebbe di sì, perché UBI viene pagato a tutti mentre il RMG implica un trasferimento solo per coloro che stanno al di sotto della soglia (700 euro mensili nel nostro esempio) e soddisfano tutte le condizioni richieste. Tutto però dipende dall’ammontare di UBI. Spesso, nel confrontare UBI e RMG si immagina che UBI sia proprio 700. In questo caso è ovvio che UBI costa (molto) di più di RMG. Somme di quest’ordine di grandezza prefigurano scenari “libertari” nei quali buona parte della spesa sociale (in salute, istruzione ecc.) viene spostata su UBI e la produzione dei servizi prima prevalentemente pubblici viene trasferita al mercato. Probabilmente era questa la visione della proposta di UBI bocciata al referendum svizzero dello scorso anno. Ma possiamo benissimo pensare a un UBI molto più modesto o magari limitato a certe fasce demografiche. In Italia non mancano le iniziative, ma sembrano strettamente limitate ad una prospettiva di intervento sulla povertà estrema. I sistemi RMG prevalenti in Europa sono improntati ad una visione più ampia: garanzia di pari accesso alle opportunità di base e sostegno allo sviluppo delle capacità individuali. Bisogna anche osservare che sia UBI che RMG sono casi speciali di uno schema generale noto come Imposta Negativa (IN). E’ possibile trovare formulazioni della IN che sono migliori sia di UBI che di RMG (non entro nei dettagli tecnici). In ogni caso, all’eventuale maggior costo diretto di UBI o di altre forme di IN, bisognerebbe poi sottrarre tutti i risparmi che si potrebbero avere eliminando molta burocrazia, rischi di corruzione e frode, e migliorando gli incentivi al lavoro. Si, incentivi al lavoro: infatti ho ricordato prima che UBI elimina il rischio di “trappole della povertà” o trappole di dipendenza dal welfare, quelle trappole che sono insite nel RMG. Molti esperimenti condotti in Africa e in India hanno portato ad un aumento dell’occupazione e dell’efficienza. E’ tutto da verificare se questi risultati possano trasferirsi alle economie avanzate. Ma l’esperimento finlandese (e anche quello olandese, o quelli che partiranno in California, forse in Canada, ecc.) sono tutti ispirati a questa prospettiva di miglioramento degli incentivi e dell’efficienza. Ripeto: il populismo non c’entra proprio niente.