Essais

M. Zanatta Il bene e l'"omonimia pros hen" nell'Etica Eudemia

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"Nella sua eccellente relazione al V Simposium aristotelicum, dedicato all’Etica eudemia (AA.VV., Untersuchungen), Enrico Berti (Multiplicité) ha mostrato come non vi sia contraddizione tra ciò che in quest’opera Aristotele afferma per confutare con un terzo argomento l’opinione (1217 b 2: δόξαις) secondo cui il bene eccellente (1217 b 1: τὸ ἄριστον <ἀγαϑόν>; b 3: ἄριστον) consiste nella platonica Idea del bene, ossia che, dicendosi il bene in tanti sensi in quanti si dice l’ente (1227 b 25-26: πολλαχῶς γὰρ λέγεται καὶ ἰσαχῶς τῷ ὄντι τὸ ἀγαϑόν), «come […] neppure l’ente è qualcosa di unico […], così neppure il bene, né vi è una sola scienza né dell’ente né del bene» (Eth. eud., I, 8, 1227 b 33-35) e la dottrina costantemente asserita dallo Stagirita (cfr. Metaph., IV, 2, 1003 a 21; VI, 1, 1026 a 23; XI, 3, 1060 b 31; 7, 1064 b 6) che esiste una scienza unica dell'ente in quanto ente.

Chi per la prima volta aveva tematicamente posto l’attenzione sulla dissonanza in oggetto era stato H. Cherniss (Plato, pp. 237-239), la cui segnalazione mette seriamente in crisi la convinzione di coloro che, riconosciuta l’autenticità dell’Etica eudemia, ne collocano la composizione in un tempo relativamente pristino dell’attività filosofica di Aristotele, quando cioè il filosofo, muovendosi ancora nell’orbita complessiva del platonismo, come, secondo Jaeger (Aristotele, pp. 124 ss.), avrebbe fatto in una prima fase della sua evoluzione speculativa, avrebbe aderito alla posizione del Maestro di una convergenza tra etica e metafisica, operando una deduzione della prima da un’unica scienza dell’ente. Il passo dell’Etica eudemia qui in esame prova l’insostenibilità di una tale posizione esegetica e sottrae il terreno alla possibilità di assegnare all’opera una datazione antica, anteriore, in particolare, a quella in cui fu redatta l’Etica nicomachea, dove pure Aristotele confuta la tesi che il bene supremo coincide con l’Idea del bene con un argomento parallelo a quello dell’Etica eudemia ora in oggetto, ma senza negare, come invece fa in questa seconda, l’esistenza di una scienza unica dell’ente (cfr. Eth. nic., I, 4, 1096 a 23-24). Un raffronto sul quale Cherness ha altresì posto l’accento, estendendolo, anzi, anche all’argomento parallelo dei Magna moralia (I, 1, 1183 a 7-23) dove l’ipotesi della coincidenza del bene supremo con la platonica Idea del bene è nuovamente rigettata senza negare, neppure questa volta, il darsi di una scienza unica dell’ente, sì che la denunzia di Cherniss della contraddizione sopra indicata sancisce espressamente, nell’ottica delle esegesi storico-genetiche della filosofia di Aristotele, l’impossibilità di collocare la composizione dell’Etica eudemia anteriormente a quella degli altri due trattati di morale e, in particolare, dell’Etica nicomachea."
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