Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam

Angeli

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Giorgio Agamben
insegna Filosofia teoretica all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Tra i suoi saggi più recenti: Homo sacer (Einaudi, 1995); Profanazioni (Nottempo, 2005); La potenza  del pensiero (Neri Pozza, 2005); Il Regno e la Gloria (Neri Pozza, 2007); Il sacramento del linguaggio (Laterza, 2008); Nudità (Nottetempo, 2009).

Emanuele Coccia insegna filosofia medievale presso la Albert-Ludwigs Universität di Friburgo (Germania). Ha pubblicato La trasparenza delle immagini. Averroè e l'averroismo (Bruno Mondadori, 2005) e curato l'edizione italiana della Teoria dell'oggetto di Alexius Meinong.

Giorgio Agamben ed Emanuele Coccia (a cura di), Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam
Neri Pozza, Milano, 2009


Angeli

La Repubblica — 27 novembre 2009


Anticipiamo alcuni brani dell' introduzione al volume Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam, curato da Giorgio Agamben e Emanuele Coccia (Neri Pozza, Pagg. 2012, euro 70) in uscita in questi giorni Forse su nessun altro argomento si è scritto nella modernità così tantoe con così poca perspicacia come sugli angeli. La loro immagine insieme splendida ed estenuata, pensierosa ed efficace è penetrata così profondamente, oltre che nelle preghiere e nelle liturgie quotidiane dell' Occidente, nella filosofia, nella letteratura, nella pittura, nella scultura, ma anche nei sogni a occhi aperti, nelle sottoculture e nel Kitsch , che una comprensione anche semplicemente coerente dell' argomento sembra esclusa. E quando, nel Novecento, l' angelo riappare con forza nelle Elegie di Rilke o nella pittura di Klee, nelle Tesi di Benjamin o nella gnosi di Corbin, il suo gesto non ci appare oggi meno enigmatico di quello dei serafini che, nella etoimasia tou thronou delle basiliche paleocristiane e bizantine, sembrano custodire in silenzio il trono vuoto della gloria. Del tutto diversa è la situazione se si aprono i trattati patristici e scolastici sugli angeli. L' angelologia ha qui il suo luogo proprio nell' economia del governo divino del mondo, di cui gli angeli sono i ministri. Non soltanto la trattazione più ampia che Tommaso dedica all' angelologia è parte integrante della sezione della Summa theologica dedicata al governo del mondo, ma gli stessi nomi delle gerarchie angeliche coincidono fin dall' inizio in buona parte con la terminologia del potere: «Dominazioni, principati, potestà, troni»; non solo il trattato dello pseudo-Dionigi sugli angeli s' intitola Del sacro potere (tale è il senso originario della parola "gerarchia") celeste, ma le stesse gerarchie del potere terreno, tanto ecclesiastico che profano, si presentano puntualmente come un' imitazione di quelle angeliche. La stessa terminologia della pubblica amministrazione moderna trova nell' angelologia la sua prima formulazione a proposito degli "uffici", dei "ministeri" e delle "missioni" dei funzionari celesti: non solo il concetto di gerarchia è un ' invenzione dello pseudoDionigi, ma anche il termine "ministero" assume per la prima volta il significato moderno di "insieme degli uffici e dei funzionari" in una lettera di san Girolamo, in cui egli chiede: «Quando Dio ha posto in essere i troni, le dominazioni, le potestà, gli angeli e tutto il ministero celeste ( totumque ministerium coeleste )?»( Ep.I, 8, PL 22, 65). Angeli e burocrati tendono, in questa prospettiva, a confondersi: non soltanto i messaggeri celesti si dispongono in uffici e ministeri, ma anche i funzionari terreni acquistano a loro volta fattezze angeliche e, come gli angeli, diventano capaci di curare, illuminare, perfezionare. E, secondo un' ambiguità che segna profondamente la storia del rapporto fra il potere spiritualee quello secolare, la relazione paradigmatica fra angelologiae burocrazia corre ora in un senso ora nell' altro: a volte, come in Tertulliano e Atenagora, l' amministrazione della monarchia terrena e il modello dei ministeri angelici, altre volte, come in Clemente di Alessandria e in Tommaso, è la burocrazia celeste a fornire l' archetipo di quella terrena. È vero che la tradizione teologica distingue negli angeli due aspetti o due funzioni: quella propriamente "governamentale" o amministrativa e quella "assistenziale", in cui essi contemplano e glorificano Dio (nelle parole di Dante, la «beatitudine contemplativa» e la «beatitudine del governare» - Conv ., 2, 4, 10-12). Ma uno dei risultati essenziali delle nostre ricerche sulla genealogia del governo e che queste due funzioni sono le due facce di un' unica macchina governamentale, che possiamo chiamare rispettivamente l' "economia" e la "gloria", il "governo" e il "regno". Ogni angelo è, in questo senso, doppio: i cori estatici che cantano nei cieli la gloria eterna di Dio non sono che la controparte cerimoniale e liturgica dei solerti funzionari alati che eseguono sulla terra i decreti "storici" della provvidenza. Ed è questa consustanzialità fra angeli e burocrazia che il più grande teologo del ventesimo secolo, Franz Kafka, ha percepito con visionaria precisione, presentando i suoi funzionari, messaggeri e aiutanti come angeli travestiti. (...) Se il governo del mondoè ancor oggi (anche se non sappiamo ancora per quanto tempo) nelle mani dell' Occidente cristiano, ciò non è certo senza rapporto con il fatto che il cristianesimo, unica fra le tre religioni monoteiste, abbia fatto del governo del mondo un' articolazione interna della divinità e abbia, in questo modo, divinizzato il potere angelico. Qualcosa come un "governo degli uomini" non è possibile nel giudaismo, in cui la funzione angelica, anche se gli è asservita, resta in qualche modo estranea a Dio, né nell' Islam, in cui Dio interviene direttamente in ogni istante e in ogni particolare nel corso degli eventi. Perché qualcosa come un governo diventi possibile, è necessaria, infatti, l' articolazione e la coordinazione in una macchina bipolare di un potere angelico immanente, che opera nei particolari come esecutivo, e di un potere divino trascendente, che agisce come legislatore universale. Questa macchina è la provvidenza, che, nella teologia cristiana, identificandosi con l' economia della salvezza, congiunge in un' articolazione insieme meticolosa e imponente il piano luminoso e immutabile della mente divina ( ordinatio o providentia generalis; Malebranche, seguito da Rousseau, parlerà di "volontà generale") con l' intervento infaticabile, dettagliatoe losco degli emissari angelici ( executio o providentia specialis; Rousseau, seguendo Malebranche, parlerà di "volontà particolare" e di "economia pubblica" o "governo"). In questo senso, anche se ciò non mancherà di sorprendere i benpensanti, la provvidenza, con i suoi angeliburocrati, è il paradigma non del potere assoluto, ma di quello democratico. L' angelologia è, in questo senso, la più anticae minuziosa riflessione su quella particolare forma del potere che, nella nostra cultura, ha preso il nome di "governo" e che Michel Foucault,a partire dalla metà degli anni ' 70, ha cercato di definire nei suoi corsi al Collège de France. Ogni tentativo di separare gli angeli dalla loro vocazione governamentale è, in questo senso, condannato al fallimento.

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