Gli inediti di Scaravelli

di Fabrizio De Luca

Grazie al lavoro di alcuni studiosi coordinati da Mario Corsi negli ultimi due anni sono stati pubblicati diversi scritti inediti di Luigi Scaravelli, che riportano l'attenzione su un pensatore la cui notorietà non è pari al valore speculativo delle sue riflessioni.
La prima serie di scritti, apparsa su "il cannocchiale" (1/1999), comprende: Due scritti sul Sofista, Scritti su Cartesio, Alcuni manoscritti per la seconda edizione delle Osservazioni sulla Critica del Giudizio, Due scritti su Hegel e Note di lettura agli Scritti giovanili di Hegel. Inoltre nella rivista sono presenti un Curriculum e le Notizie sulla carriera didattica e sulla operosità scientifica redatti dallo stesso Scaravelli, che ne chiariscono il percorso speculativo. Il valore scientifico degli scritti, curati rispettivamente da Guido Traversa, Giuseppe D'Acunto, Hansmichael Hohenegger e Massimiliano Biscuso, è rilevante per un duplice motivo. In primo luogo vengono esaminate alcune tematiche della filosofia cartesiana, kantiana ed hegeliana che, oltre ad essere di notevole interesse speculativo, sviluppano alcune riflessioni presenti nelle opere pubblicate. In secondo luogo l'esame della questione dell'immagine e del non-essere, svolto nei Due scritti sul Sofista, mostra come l'interesse rivolto da Scaravelli alla filosofia platonica sia fondamentale per comprendere alcune concezioni della sua opera principale, la Critica del capire, pubblicata nel 1942.
Il secondo testo apparso è La logica gentiliana dell'astratto, curato da Vittorio Stella; in esso sono pubblicati ampie parti della tesi di laurea che Scaravelli discusse all'Università di Pisa nel 1923, relatore Armando Carlini, e, in appendice, appunti su testi di Gentile, De Ruggiero e Carlini. Nella tesi Scaravelli concentra la sua attenzione sulla logica dell'astratto e sulla sua funzione all'interno della filosofia attualistica. Il filosofo fiorentino si interroga sul rapporto che lega la Teoria generale dello spirito ed il Sistema di logica come teoria del conoscere, cercando di comprendere se i due testi gentiliani ripropongano in modo identico il nucleo teoretico dell'attualismo, oppure se la teoria venga sviluppata. L'analisi della relazione fra logo astratto e logo concreto conduce Scaravelli ad affermarne l'inscindibilità nell'unità dello spirito: il pensato è unum et idem con il pensiero che lo genera. In tal senso l'astratto è "il problema del formarsi dell'oggetto in cui si appunta la coscienza con cui si compie il ritmo autocosciente" (p. 60). Il Sistema di logica, in cui viene approfondito il problema del conoscere inteso come processo del formarsi dell'oggetto e del rapporto con il soggetto, è quindi un proseguimento ed uno sviluppo della Teoria generale. Mediante questa interpretazione dell'astratto Scaravelli opera una rivalutazione delle scienze, che nei testi gentiliani sono invece relegate alla pura oggettività, separata dall'attività concreta dello spirito. Se l'astratto è inscindibile dal processo dialettico dello spirito, le scienze particolari assumono il valore assoluto della vita spirituale; in tal modo le leggi scientifiche non sono chiuse nell'oggettività del dato ma connesse con l'attività di ricerca che le scopre. La tesi di laurea getta luce dunque sulla riflessione successiva del filosofo fiorentino.
Nel volume Il problema della scienza e il giudizio storico, curato da Mario Corsi, sono stati pubblicati diversi inediti, oltre ad essere stati ristampati gli scritti di Scaravelli dedicati a Kant, Hegel ed Heidegger apparsi negli anni in varie riviste. Il primo gruppo di inediti, intitolato Riflessioni su l'Analitica dei principi, fa parte del lavoro che il filosofo fiorentino svolgeva sull'Analitica kantiana e di cui pubblicò solo il saggio Kant e la fisica moderna. Nell'Avvertenza viene ribadito il centro delle riflessioni di Scaravelli sul Kant teorico della conoscenza scientifica: la dimostrazione della presenza nella Critica della ragion pura della "giustificazione teoretica proprio di quella concezione della scienza che oggi è in fiore" (p. 13). Ne La forma mentis della fisica classica, che doveva essere il primo capitolo del lavoro sull'Analitica, Scaravelli analizza una conferenza del fisico H. A. Lorentz evidenziando come nelle concezioni di corpuscolo, spazio, tempo, moto sia presente la struttura concettuale della fisica classica. Il secondo gruppo di inediti pubblicato è Prime redazioni della Critica del capire ed altri scritti. In esso sono presenti l'Introduzione alla Critica del capire e la Critica del metodo, entrambi eliminati dalla versione definitiva dell'opera. Attraverso la Critica del metodo, che doveva essere il capitolo iniziale della Critica del capire, trova compiutezza l'esegesi scaravelliana di Croce. Scaravelli analizza la possibilità del sistema crociano di assumere e giustificare la novità del reale, al fine di determinare se la realtà elaborata dalla logica crociana mantenga la sua individualità storica o se si dissolva nell'universalità delle forme dello Spirito. Gli ultimi inediti pubblicati sono relativi al lavoro che Scaravelli preparava su Croce che non venne mai ultimato, intitolato Dalla logica come scienza del concetto puro alla logica come teoria del giudizio individuale. In questi scritti si evidenzia la necessità di analizzare l'identità crociana di filosofia e storia sulla base della genesi e struttura del concetto puro, cercando di delinearne una sorta di "storia ideale".
L'ultimo testo pubblicato, Lezioni su Leibniz (1953-54), curato da Gianfranco Brazzini, riproduce uno degli ultimi corsi tenuti all'Università di Pisa. Il volume è basato sulla revisione dei quaderni di appunti di alcuni allievi: nella prima parte del corso vengono esposti i fondamenti della fisica cartesiana (lezioni I-VIII), nella seconda (lezioni IX-XLIX) viene analizzata la teoria fisica, logica e metafisica di Leibniz. Dopo aver mostrato come Leibniz critichi la concezione cartesiana dello spazio elaborando il principio del conatus che segna il passaggio dalla fisica alla metafisica, Scaravelli espone la problematica logica leibniziana attraverso l'esame accurato di testi quali l'Ars combinatoria e il Discorso di Metafisica. Nel capitolo dedicato alla metafisica leibniziana Scaravelli approfondisce il tema del possibile e del reale all'interno della Teodicea, la concezione della sostanza individuale nella Monadologia e il rapporto tra prescienza divina e significato del male nel Dialogue effectif sur la liberté et sur l'origine du mal.
Nelle Lezioni su Leibniz, oltre a manifestarsi il talento di Scaravelli nell'analizzare le teorie filosofiche, è evidente l'importanza data dal filosofo fiorentino a Leibniz nel trapasso storico da Cartesio a Kant. Il corso del 1953-54 è rilevante per un duplice motivo. In primo luogo si ha la possibilità di osservare, attraverso l'analisi della fisica cartesiana e leibniziana, la riflessione scaravelliana sul rapporto fra metodologia delle scienze e filosofia, che occupa una parte fondamentale della sua speculazione. In secondo luogo tutti i temi esaminati nelle lezioni - verità di ragione e verità di fatto, sostanza individuale, possibile e reale - sono analizzati alla luce del problema della libertà e della giustificazione teoretica dell'individuo: si evidenzia così il legame con le concezioni della Critica del capire, oltre a potersi notare un possibile sviluppo delle tematiche della contrarietà, della contraddittorietà e dell'identità rispetto all'opera del '42, il che permette di comprendere meglio la parabola teoretica di un pensatore tanto importante quanto ancora troppo poco noto.
alcuni degli scritti:


Una scelta di inediti di Luigi Scaravelli, sezione a cura di M. Corsi, in "il cannocchiale", 1999, n. 1, pp. 148-253.
L. Scaravelli, La logica gentiliana dell'astratto, a cura di V. Stella, Soveria Mannelli, 1999, pp. 147.
L. Scaravelli, Il problema della scienza e il giudizio storico, a cura di M. Corsi, Soveria Mannelli, 1999, pp. 216.
L. Scaravelli, Le lezioni su Leibniz (1953-54), a cura di G. Brazzini, Soveria Mannelli, 2000, pp. 258.

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