La Repubblica

Domenico Losurdo

 

Il libro di Domenico Losurdo ha suscitato un acceso dibattito sulla stampa ed è già un caso editoriale. Filosofia.it vi propone un resoconto completo degli articoli che si sono occupati del volume.


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La Repubblica 1/10/02

Il libro inavvertitamente scivola verso un'istruttoria sommaria
Il colpevole si alzi in piedi

di Franco Volpi

Giunti al termine delle oltre mille pagine del libro, i lettori che avranno saputo vincere l'inevitabile senso di stanchezza troveranno un premio alla loro fatica. Un'appendice intitolata "Come si costruisce l'innocenza di Nietzsche. Editori, traduttori e interpreti". Si tratta di una dietrologia in cui si vorrebbe smascherare come Giorgio Colli e Mazzino Montinari con la loro edizione critica, complice Adelphi, avrebbero contribuito a purificare e monumentalizzare Nietzsche. Mediante una occulta regia essi avrebbero orchestrato varianti testuali, scelte di traduzione, omissioni e perfino la distribuzione degli apparati critici in modo da coprire le nefandezze ideologiche del povero Nietzsche. Insomma, un atteggiamento non poi così diverso da quello che solitamente viene rimproverato alla sorella Elisabeth.
Losurdo sa bene che le cose non stanno così. Sa bene che l'edizione critica delle opere, dei frammenti postumi e delle lettere di Nietzsche curata da Colli e Montinari è una delle grandi imprese filologiche del Novecento. Ma evidentemente Nietzsche non gli piace. E soprattutto, praticando una storiografia marxista impegnata, secondo un metodo che ricorda da vicino quello del vecchio Lukács, e di molta bibliografia prodotta nella ex DDR, s'è lasciato prendere la mano nella ricerca dei colpevoli. Che ovviamente non esistono. Ma si sa, lo storico armato di ideologia ha già predeterminato le sue conclusioni e le sue vittime.
Leggo e mi domando: che cosa vuol dire "costruire l'innocenza di Nietzsche"? Evidentemente si sottintende che Nietzsche non fosse innocente. Che fosse colpevole. E di che cosa mai dovrebbe essere colpevole un artista che sapeva usare solo la penna? Questo geniale e infelice scrittore che ci ha regalato capolavori entrati nella letteratura mondiale? Ma non basta. Per Losurdo c'è qualcuno che, volendo subdolamente coprirne la colpevolezza e ricostruirne la verginità, si sarebbe reso a sua volta colpevole. Anzi, doppiamente e pervicacemente colpevole.
Di colpevolezza in colpevolezza, dalla storia Losurdo ci trascina senza tanti passaggi in tribunale. Un tribunale fondamentalista in cui fa sedere come imputati Nietzsche, e insieme a lui Colli e Montinari. Così, più che una ricostruzione scientifica condotta sine ira et studio sembra di avere sotto gli occhi l'atto finale di un processo di inquisizione. In cui tra l'altro, l'inquisitore, presenta prove pretestuose o inesistenti, come il lettore - se non se ne è già andato - potrà verificare. Ma il vero paradosso è che - come si sa - ciò che fu costruito non è stata l'innocenza di Nietzsche. E' stata, semmai, la sua colpevolezza.
In questa faccenda, periodicamente e sistematicamente, si tira fuori un'accusa tanto antipatica quanto ipocrita e infondata, che anche Losurdo cavalca: quella di antisemitismo. Com'è noto, Nietzsche si confrontò con la questione ebraica nei termini e in riferimento al dibattito di allora. Sappiamo come finì il suo rapporto con l'antisemita Wagner. Sappiamo che gli antisemiti dell'epoca non lo consideravano certo uno di loro. Anzi, era ritenuto piuttosto un difensore degli ebrei. Dühring addirittura lo apostrofava come un "tipo giudaico, e certo uno dei più puzzolenti e insolenti". Insomma, accuse in questa direzione sono chiaramente strumentali e pilotate verso finalità ideologiche.
In ogni caso una cosa è certa. Oggi noi possiamo leggere e studiare l'opera di Nietzsche senza temere imbrogli e contraffazioni proprio grazie all'edizione di Colli e Montinari e alla loro ricostruzione cronologica dei testi, di cui il mondo ci è grato. Invece lo storico che si ostina a voler capire più di quel che c'è da capire capisce meno di tutto.

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