Il Giornale

Domenico Losurdo

 

Il libro di Domenico Losurdo ha suscitato un acceso dibattito sulla stampa ed è già un caso editoriale. Filosofia.it vi propone un resoconto completo degli articoli che si sono occupati del volume.


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Il Giornale, 31 gennaio

L'antisemitismo nostalgico di Nietzsche

di Sossio Giametta

Il primo ottobre 2002 la Repubblica pubblicò un'intervista su due pagine al professor Domenico Losurdo, autore di un poderoso studio su Nietzsche in uscita presso la Bollati Boringhieri: Nietzsche, il ribelle aristocratico (pagg. 1168, euro 68). Oggetto del contendere l'Appendice: "Come si costruisce l'innocenza di Nietzsche", pubblicata il 30 settembre sulla rivista Belfagor. In essa Losurdo accusa "editori, traduttori e interpreti" di rimozione e nascondimento del mondo storico e politico di Nietzsche. Accusa in particolare Colli e Montinari di aver occultato un frammento sulla crudeltà che si trova nell'edizione tedesca GOA. Campioni indica il luogo in cui il frammento si trova anche nell'edizione Colli-Montinari tedesca e nell'edizione Adelphi. Sia lui sia Franco Volpi rimproverano a loro volta a Losurdo una lettura ideologica (marxistica) di Nietzsche.
Il 17 novembre successivo, autointervista di Losurdo in Belfagor. Egli si domanda perché dedicargli due pagine se si fa così poco conto delle sue idee, e conferma varie osservazioni (per Campioni in parte accettabili) sul modo di tradurre o di edulcorare certe espressioni ("cura dei malati" invece di "trattamento eugenetico dei malati"; "educazione" invece di "allevamento" ecc.). Soprattutto conferma l'accusa delle rimozioni politiche, mentre solo se si riconosce il radicalismo reazionario di Nietzsche, dice, si può comprenderne la grandezza e l'attualità.
Col suo tono scanzonato, Pierluigi Battista, il 23 dicembre, dà importanza nel Parolaio della Stampa a questi argomenti di Losurdo e si domanda: "Cosa c'è sotto? E sopra, di dietro, di fianco, vicino e lontano?". Il 27 dicembre Repubblica torna alla carica: il libro di Losurdo è uscito con due mesi di ritardo: certo perché era necessario eliminare la storia del frammento occultato. Rinnovati rimproveri all'autore che non sa usare edizioni e apparati e ignora la letteratura su Nietzsche (anche nei titoli, l'espressione "radicalismo aristocratico" si era vista più volte). Gli si ri-contesta l'interpretazione di parte e lo si rimanda alle lettere di Montinari perché ne constati la grande probità filologica.
L'11 gennaio, mezza pagina di Luciano Canfora sul Corriere della Sera. A sostegno dell'interpretazione politica di Losurdo. Quanto all'accusa di antisemitismo (circostanziato e etnicizzato, come tale passato ai nazisti), mossa da Losurdo a Nietzsche, la difesa di Repubblica, dice Canfora, sa di difesa d'ufficio, ed è comunque inutile, perché l'antisemitismo allora "covava dovunque". Replica di Emanuele Severino il 19 gennaio (Corsera): "La filosofia è equivocabile"; e sì, Nietzsche odiava l'uguaglianza e amava la schiavitù, però "nessuno è innocente", anche i nemici del superuomo hanno seminato disastri. Ma è necessario capire "perché Nietzsche ha questi nemici". Nietzsche non è solo un ribelle aristocratico ma un ribelle contro tutta la tradizione occidentale. E bisogna studiare per questo il Nietzsche di Heidegger e il suo Anello del ritorno. Finirà qui? Non si sa.
Quale membro dell'équipe Colli-Montinari, traduttore della maggior parte dell'opera di Nietzsche e autore di sei libri di interpretazione, mi permetto di osservare, anzitutto, che non ha molto senso criticare le (buone) traduzioni: sono tutte imperfette. Poi, che la buona fede e correttezza filologica di Colli e Montinari sono fuori discussione. Il che però non vuol dire che avessero ragione a spoliticizzare Nietzsche o di non studiarlo nel suo contesto storico-politico. Proprio questa è in realtà la ragione per cui Nietzsche è ancor oggi un enigma. Ma perché è avvenuto e avviene ciò? Per i tesori di pensiero, poesia e grandezza che nel frattempo, dopo una bassa politicizzazione e molto grazie all'edizione Colli-Montinari, sono stati scoperti in Nietzsche: essi hanno fatto passare in secondo piano, anche per un inconscio desiderio di obliare il passato e per il capovolgimento sopravvenuto della mentalità, il Nietzsche esponente della crisi finale della bimillenaria civiltà cristiano-europea. Una crisi, questa, sorta e consumatasi nei secoli, ma precipitata infine nel fascismo-nazismo da un lato e nel comunismo dall'altro.
Dalla fine della seconda guerra mondiale l'Europa non è più il motore politico del mondo. E' ormai come la Graecia capta. Il fascismo-nazismo fu il suo ultimo sforzo, violento, ma era l'unico possibile, per mantenere il primato mondiale, poggiante sulla grande cultura accumulata dall'antichità: era questa che Nietzsche voleva preservare. Per lui è il popolo ebreo che, con la rivoluzione cristiana ispirata da sete di potenza, è stato causa del deperimento e disgregamento dell'Europa erede della Classicità (si è trattato invece di un avvenimento naturale di decline and fall). In questo senso l'accusa di antisemitismo di Losurdo, fatta solo su questo piano e non su altri, è fondata.

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