Il Sole 24 ore
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Il Sole 24 ore 25/2/2003 Nietzsche resta un problema aperto della cultura e della coscienza contemporanea. Gli interrogativi sull'influsso che la sua opera può aver esercitato sulla formazione della "Weltanschauung" nazionalsocialista, sono stati sollevati da grandi spiriti: da Thomas Mann, che nel Doktor Faustus espresse la dolorosa sensazione che la catastrofe della Germania fosse in qualche modo legata all'esperienza spirituale di Nietzsche, a Benedetto Croce, che si pose il problema del filo che connetteva Nietzsche a "quanto di torbido venne apparendo, lungo il corso del secolo decimonono e soprattutto in questo ventesimo, nel suo Paese e nel mondo tutto". Emblematico, poi, il caso di Karl Loewith che, formatosi alla scuola di Heidegger e profondamente affascinato dalla meditazione di Nietzsche, scrisse su di lui, nel 1935, un libro importante (Nietzsche e l'eterno ritorno); ma nella sua autobiografia (scritta nel 1940 in Giappone, dove si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste) Loewith affermò: "Nietzsche è e rimane un compendio dell'antiragione tedesca o dello spirito tedesco. Un abisso lo separa dai suoi divulgatori senza scrupoli, eppure egli ha preparato loro la strada che lui stesso non percorse". Ed è appena il caso di ricordare l'ampio capitolo che nella Distruzione della ragione (1954) Lukàcs dedicò a Nietzsche, dove sostenne che tra il filosofo tedesco e l'ideologia nazista c'era un nesso preciso e indissolubile. Una tesi, questa, ripresa da Nolte poco più di una decina d'anni fa, ma all'interno di un impianto storico completamente diverso. In quanto "risposta" al bolscevismo, e alla sua distruzione sociale e fisica di borghesia e contadini, il nazismo, secondo Nolte, riprese e riattivò il pensiero di Nietzsche, anche e soprattutto nei suoi aspetti più inquietanti: si trattò, certo, di un'utilizzazione rozza e grossolana, e tuttavia, diceva Nolte, "senza taluni aspetti del nietzscheanesimo" il nazismo "non sarebbe divenuto ciò che fu, più di quanto il movimento operaio sarebbe stato ciò che è stato senza il marxismo" (Nietzsche e il nietzscheanesimo, 1990). |
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