Nuova Secondaria - Mensile di cultura
Il libro di Domenico Losurdo ha suscitato un acceso dibattito sulla stampa ed è già un caso editoriale. Filosofia.it vi propone un resoconto completo degli articoli che si sono occupati del volume. Torna all'indice degli articoli
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Nuova Secondaria - Mensile di cultura, orientamenti educativi e problemi didattico-istituzionali per la scuola secondaria superiore, n. 10, marzo 2003 Nietzsche resta sempre un problema. Gli interrogativi sull’influsso che la sua opera può aver esercitato sulla formazione della “Weltanschauung” nazionalsocialista sono stati sollevati da grandi spiriti: da Thomas Mann nel Doktor Faustus a Benedetto Croce nella sua Storia d’Europa del secolo XIX. Emblematico, poi, il caso di Karl Loewith che, formatosi alla scuola di Heidegger e profondamente affascinato dalla meditazione di Nietzsche, scrisse su di lui, nel 1935, un libro importante (Nietzsche e l’eterno ritorno); ma nella sua autobiografia (scritta nel 1940 in Giappone, dove si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste) Loewith affermò: “Nietzsche è e rimane un compendio dell’antiragione tedesca o dello spirito tedesco. Un abisso lo separa dai suoi divulgatori senza scrupoli, eppure egli ha preparato loro la strada che lui stesso non percorse”. Ed è appena il caso di ricordare l’ampio capitolo che nella Distruzione della ragione (1954) Lukács dedicò a Nietzsche, dove sostenne che tra il filosofo tedesco e l’ideologia nazista c’era un nesso preciso e indissolubile. Una tesi, questa, ripresa da Nolte nel 1989, ma all’interno di un impianto storico completamente diverso. In quanto “risposta” al bolscevismo, e alla sua distruzione sociale e fisica di borghesia e contadini, il nazismo, secondo Nolte, riprese e riattivò il pensiero di Nietzsche, anche e soprattutto nei suoi aspetti più inquietanti: si trattò, certo, di un’utilizzazione rozza e grossolana, e tuttavia, diceva Nolte, “senza taluni aspetti del nietzscheanesimo” il nazismo “non sarebbe divenuto ciò che fu, più di quanto il movimento operaio sarebbe stato ciò che è stato senza il marxismo” (Nietzsche e il nietzscheanesimo, 1990). |
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