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Domenico Losurdo

 

Il libro di Domenico Losurdo ha suscitato un acceso dibattito sulla stampa ed è già un caso editoriale. Filosofia.it vi propone un resoconto completo degli articoli che si sono occupati del volume.


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Il 26 marzo del 2003 ha avuto luogo la presentazione del libro di Losurdo Nietzsche, il ribelle aristocratico presso la Casa della Cultura di Milano. Sono intervenuti Maurizio Ferraris, Angelo Bolaffi e Domenico Losurdo. Il sito “Hermesnet” ha sintetizzato la trascrizione di questi tre interventi.


Intervento di Angelo Bolaffi
a cura di Hermes.net

Proviamo a vedere dove sta il fascino e la complicazione di Nietzsche. Nel 1897, tre anni prima che Nietzsche morisse, fu scritto il libro Critica al culto nietzscheano. Questo significa che Nietzsche in vita era già un classico. Non vi è nulla di più facile che confutare Nietzsche: sono evidenti le metamorfosi a balzi del suo pensiero speculativo e le sue contraddizioni. Questo rende il problema scientifico nei suoi confronti non commisurabile con la dimostrazione dei suoi errori. Nonostante i suoi errori, occorre spiegare perché egli suscitò questo fascino sulla cultura europea. Nietzsche infatti non può essere criticato per la sua reazione all'illuminismo e non può essere criticato per il fatto che non persegue il discorso sulla modernità. Possiamo solo chiederci quali erano i motivi che spinsero Nietzsche a fare ciò e per quali motivi il suo pensiero continui ad affascinare. Questa probabilmente è la ragione che ha spinto Losurdo al suo enorme lavoro sul filosofo.
Una bella recensione fatta su un autorevole, paludato giornale tedesco, la Frankfurter allgemeine Zeitung, che ha dedicato un'intera pagina al libro di Losurdo, cosa non proprio consueta, afferma che "questo libro ha gettato una grossa pietra nel giardino della comunità nietzscheana". Quindi, dove è il fascino che ha mosso a una simile fatica Losurdo? Sicuramente il fatto che Nietzsche non si limita, come qualsiasi critico della modernità, ad addossare la colpa a Rousseau o a Voltaire, ma coinvolge tutta la tradizione del pensiero metafisico occidentale fino a Socrate e questo gli dà una forza enorme. Tutta la filosofia viene messa in discussione. Losurdo vede la forza di questo pensiero e interpreta questa enorme critica della modernità come un fatto politico: "solo a partire dal riconoscimento del carattere totus politicus e coerentemente reazionario del pensiero di Nietzsche è possibile cogliere la sua eccedenza teorica"(pag. 1030). Dire che Nietzsche è totus politicus, in una tradizione che vede in lui l'impolitico per eccellenza, è una mossa spiazzante. Losurdo vede la forza del discorso nietzscheano come contestazione politica di ogni discorso di emancipazione ed eguaglianza (democrazia, fratellanza, cristianesimo, comunismo): nella sua radicalità, quindi, Losurdo vede l'oltre. Proprio questa eccedenza teorica è confermata. Nietzsche stesso ci offre le armi: con la sua metodologia è possibile un discorso contro il progetto politico dell'ideologia borghese. Nessuno più di lui è riuscito a ridicolizzare e decostruire il mito genealogico e quindi l'ideologia della guerra. Nietzsche è un aristocratico radicale che mette in discussione tutti i punti apparentemente acquisiti dalla tradizione della modernità. Il filo conduttore del discorso nietzscheano che emerge nel testo di Losurdo non è la critica alla morale, ma la lotta contro la rivoluzione.
Bolaffi conclude con un appunto sulla figura di Nietzsche nel suo complesso e nota che egli è un esponente dello spirito tedesco e nello stesso tempo ne fuoriesce. Ne fuoriesce perché il suo tentativo di superare la tradizione della metafisica occidentale e di tentare un nuovo accordo col mondo, con la figura classica greca presocratica dell'eterno ritorno, è sì in linea con il discorso di Feuerbach, però Nietzsche non ha negato soltanto il soggetto dei predicati cristiani (Dio) ma gli stessi predicati (morale). Allo stesso tempo rimane dentro lo spirito tedesco perché, sulla base del tentativo operato da Nietzsche, non è possibile costruire una teoria politica che non sia una polemica violenta alla tradizione liberal-democratica. Nietzsche non ha potuto mostrare una strada politicamente praticabile.

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